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Monumenti di Marina

Monumenti
Colonna del Sole - Luce, Acqua, Terra
Alta  colonna e vasca tonda su piedistallo quadrato, in marmo, con 230 zampilli d’acqua, di Mohamed Sazesh, al margine di piazza  Menconi, verso mare, inaugurata il 29 ottobre 2011. (Sazesh  nel 1983 ha realizzato il busto in marmo di Papa Wojtyla Giovanni Paolo II esposto nella cattedrale di Santa Maria a Norcia.  “Serena”, scultura in bronzo esposta dal  4 agosto 2011 nell’ambito del circuito “Del Chiaro Art Connection”  nella hall dell’ Hotel Astor, storico albergo di lusso sul lungomare di Viareggio).
M.Sazesh è uno scultore iraniano,  nato nel 1947,  profondo conoscitore delle culture antiche sumeriche, egizie, persiane. Il Comune di Montone, in provincia di Perugia, gli ha affidato il compito di curare la prima edizione della Biennale di arte (scultura e pittura), nel 2010. L'artista persiano nella nostra cittadina, come noto, ha realizzato "La colonna del sole - Luce, acqua, terra", un primo momento chiamata “Obelisco”, poi contestato  tale nome perché l’opera si riferisce ad una “Colonna” e  non ad un obelisco), oltre al Capitello olimpico che si trova  all' incrocio fra via Don Minzoni e la via del Cavatore a Carrara. L'autore vive in città da oltre trenta anni (vedi STORIA della Chiesa della Sacra Famiglia).
Di Carlo Fontana, che la intitolò "L'Autogenesi", ossia la vita che si genera per forza propria e con fatica: l' opera venne donata al Comune dai discendenti del grande scultore, in occasione del centenario della nascita.

Di Felice Vatteroni, viale Cristoforo Colombo (vedi STORIA del Viale XX Settembre). Dove una copia si trova nel parcheggio della Guardia Costiera, prima di arrivare all’ingresso del Porto di via Salvetti: raffigura un giovane uomo, curvo, sotto il peso di una grande lastra di marmo sulla schiena, a ricordo del lavoro che faceva, detto appunto del “buscaiòl” , caricandosi personalmente di pesi da trasportare sui vascelli.

Opera di Luciano Massari, 2001 – creata con perizia ed abnegazione in ricordo dei nostri Marinai che solcando i mari sui velieri favorirono l'esportazione del Marmo e lo sviluppo di Carrara, posta in Largo Marinai d’Italia, inizio passeggiata sul Molo a Marina di Carrara.
Comune di Carrara e l'Unione Medaglie d'Oro di Lunga Navigazione, posero.
Carrara 8 dicembre 2001.
Creato con il contributo della Cassa di Risparmio di Carrara SpA e della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara.
(Questa passeggiata, lunga ben due km. e mezzo, tra andata e ritorno, fino alla Madonnina dello scultore prof. Mino Bruschi, posta tra i due fari di ingresso al Porto. La passeggiata è stata realizzata dall’Autorità Portuale il 23 ottobre 2008).
Opera di Francesco e Paolo Piccini, in piazza Nazioni Unite, in marmo bianco statuario Carrara.
. . . dei secoli memoria per la pace dei popoli sul mare amici . . .
Gruppo A.N.M.I. di Carrara - il 22 maggio 1977.
In occasione delle manifestazione d’arte, di architettura ed eventi vari Carrara Marble Weeks, quella del 2013, la famiglia Piccini ha organizzato nei locali a piano terreno del loro storico stabile di via Verdi 10, una esposizione di opere d’arte del prof. Francesco Piccini e del figlio architetto Paolo. Sono sculture e pitture eseguiti fin dagli anni ’40, come dice il titolo “Scultura e pittura: un percorso artistico di due generazioni”. Il prof. Francesco Piccini, scomparso alcuni anni fa, è stato direttore della nostra Accademia di Belle Arti nel 1950. Autore anche della “Seminatrice”, 1939, ora all’Accademia di Carrara.

Di Felice Vatteroni, via A.Salvetti, verso il porto, con la scritta: “Deputato  repubblicano  di  queste  terre  dal  1904  al  1926,  strenuo  difensore  dei  diritti  del popolo,  ideatore  del  porto  di  Marina  di  Carrara  nel  1919 . I lavoratori  del  marmo,  gli  amici  e gli  estimatori,  questo  monumento dedicano  memori  che  il  22  giugno  1930  egli  morì  in  esilio,  per  una  fede  che  non  morrà.  22 giugno  1964”.
(era nato a Milano il 18 novembre 1863 e morì in Francia a Giverny, nell’Alta Normandia)








Questo monumento rappresenta un cane lupo che ulula alla luna.
Giardini di Piazza G. Menconi Marina di Carrara

E' la copia di un soggetto Ellenistico, intitolata “Il Molosso Latrante” di Luigino Telara (vivente), nipote di Luigi Telata, che
ha creato la statua della Madonna del Mare, sopra la guglia esterna della Facciata della Chiesa Sacra Famiglia
(ed anche, all’interno, dei quattordici quadri della via Crucis). Il Molosso Latrante è copia di quella originale che
si trova alla Galleria degli Uffizi di Firenze mentre un’altra originale al Museo Vaticano di Roma: Infatti la descrizione
della Galleria degli Uffizi, al capitolo del Vestibolo principale, riporta testuali parole : “La porta che immette nella galleria, con ai lati due cani molossi . . . “












Con sopra incisa la corona di Marchesato e la Ruota quale simbolo di Carrara, in un blocco di marmo, all’inizio del viale Amerigo Vespucci :
LA CITTA'  DI  CARRARA A
SANDRO  PERTINI
COMBATTENTE DELLA RESISTENZA E  DELLA LOTTA  PER  LA  LIBERTA'

24   24
FEBBRAIO  FEBBRAIO
1990    2010
"Giovani, se voi
Volete  vivere
degnamente
la vostra vita
nella buona e  nella
cattiva sorte,
fate sempre che essa
sia illuminata dalla luce
di  una nobile idea"
Sandro Pertini.

(8 agosto 1927 – Mestre, 6 luglio 1981), nei giardini di piazza Paradiso, ora dedicata a Taliercio, ucciso con 17 colpi e lasciato raggomitolato nel bagagliaio in una Fiat 128 azzurra, vicino al Petrolchimico (Montedison) di cui era direttore, a Portomarghera di Mestre, il 6 luglio 1981, dopo 47 giorni di sequestro, torturato e picchiato, a Tarcento, nel Friuli, rinchiuso in una tenda da campo. Nel monumento il seguente testo:

8 AGOSTO 1927
GIUSEPPE TALIERCIO

ING. GIUSEPPE TALIERCIO (nuova targa applicata del 2012)
DIRIGENTE DI UN GRANDE STABILIMENTO INDUSTRIALE.
UOMO DI SPICCATA ONESTA’ E APERTO ALLA CONCRETA SOLIDARIETA’ SOCIALE
VITTIMA INNOCENTE DELLA FOLLIA OMICIDA DEL TERRORISMO.
5 LUGLIO 1981

Il Monumento ha una lastra di marmo, sul davanti, con 17 fori a ricordo dei colpi d’arma da fuoco, ricevuti.
Fu sequestrato, bloccandolo in casa con quasi tutti i familiari, il 20 maggio 1981 e ucciso dalle Brigate rosse che lo ritenevano responsabile delle morti sul lavoro che si erano verificate in quegli anni. I cinque elementi incolpati furono condannati all’ergastolo.

Una lapide posta anche all’interno della chiesa Sacra Famiglia, sulla destra dell’ingresso centrale, il 24 Agosto 2010, poi spostata nel corridoio che porta alla Sacrestia, dietro l'altare maggiore: “Ing. Giuseppe Taliercio, martire del XX secolo. Questa è la Chiesa che gli diede i natali che gli trasmisero i grandi ideali di fede in Dio e dedizione all’uomo per cui visse e fu ucciso, 1927-1981”. Taliercio ha ricevuto molti riconoscimenti, oltre alla Medaglia d’Oro al merito civile, il Palasport "Giuseppe Taliercio" è il principale palasport del comune di Venezia, ed intitolate alcune Fondazioni, una Banchina al Porto di Carrara, La Scuola Istituto Comprensivo Giuseppe Taliarcio di Marina di Carrara (infanzia, primaria, secondaria), in Piazza del Commercio. Nel 1954 sposa Gabriella e si stabilisce a Mestre. Dal matrimonio nascono cinque figli: Elda, Lucia, Bianca, Cesare e Antonio. Riposa nel cimitero di Turigliano ad Avenza.
(Preciso che il nome si scrive Taliercio e non Tagliercio, come molti insistono).

Monumento alle vittime del fascismo, nel “Parco dott.Sebastiano Puccinelli,”
Il progetto prescelto, tra gli oltre novanta provenienti da tutta Europa e dal Giappone, fu quello realizzato dagli architetti Arturo Locatelli, Agnese Bangrazi, Piergianni Locatelli, Giuseppe Scudellari: il monumento, composto da stele di marmo da cui si staccano cadendo a terra figure umane, e realizzato nel laboratorio Nicoli, venne inaugurato il 23 settembre 1979 dall’allora sindaco Roberto Sebastiano Puccinelli. In seguito un atto vandalico distrusse una parte e la Federazione ed il Comune provvidero ad incidere la seguente frase, nella costa del blocco abbattuto, lasciandolo bene in vista, a memoria di inciviltà :
1921-1981 – la bomba che ha devastato una parte di questo monumento è la continuazione criminosa del fascismo.
federazione italiana associazioni partigiane comune di Carrara
Nel Parco, una dei più belli in Provincia, ci sono altre statue, tra le tante una di Cho Mi-Ae, un giapponese, in marmo statuario che rappresenta la Corea, una decina di lampioni modernissimi di Morabito in questo periodo un po’ malmessi, percorsi di acqua in ruscelli artificiali e pontili in legno, panchine, zone per bambini attrezzate.


Monumento in segno di fraternità, tra Marina di Carrara ed Erevan 1967, in materiale cotto resistente, nel Parco Falcone e Borsellino, a Marina. Erevan, capitale nell’Armenia, antica città storica, elevata sul livello del mare di ca. mille metri, con 1,2 milioni di abitanti, e per sfondo il monte Ararat, in territorio turco, (la leggenda lo indica come luogo, dove si depose l’Arca di Noè, al termine del diluvio universale). Erevan a partire dal VII secolo a.C., quando divenne la capitale armena al tempo della dominazione persiana. In seguito al collasso dell'Unione Sovietica, nel 1991 Erevan divenne la capitale della neonata repubblica armena, non lontana dal confine con la Turchia ed alle pendici del monte sempre innevato Ararat. In quanto capitale di un Paese il cui popolo ha subito il genocidio del 1915-'16 nel deserto dell'Anatolia, Erevan ospita un importante museo del Metz Yeghern (Il Grande Male), comprensivo di un Memoriale dedicato ai Giusti che vi si sono opposti. All'interno del Giardino dei Giusti di Erevan, nel Muro della Memoria, sono tumulati pugni di terra delle tombe di grandi personalità che si sono mosse per aiutare gli Armeni e per testimoniare della loro persecuzione. Tra queste personalità si ricordano, Anatole France e Charles Aznavour, di cui hanno creato una statua a misura d’uomo, a Gyumri, in Armenia, il quale raccolse fondi per il soccorso alla popolazione nel dopo terremoto del 1988 che creò ingenti danni a tutta la popolazione ed alla città stessa.
Erevan, dal 8 ottobre 1965 (documento firmato dal Presidente comitato esecutivo del Caghsoviet di Erevan ed il Sindaco di Carrara Filippo Martinelli, 1961-1967), Carrara è gemellata e non è la sola, altre ventotto capitali mondiali, tra cui Mosca, San Pietroburgo, Lione, Marsiglia, Parigi, Firenze, Venezia, Los Angeles, Buenos Aires, San Paolo del Brasile, Montreal, Atene, e molte altre: per essere in ottima compagnia !
Ad Erevan si erge il suddetto “Memorial of Armenian Genocide”, dedicato al milione e mezzo di cittadini armeni vittima della campagna genocida ottomana del 1915. Arresti e deportazioni furono compiuti in massima parte dai «Giovani Turchi». Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento. Queste marce della morte furono organizzate con la supervisione di ufficiali dell'esercito tedesco in collegamento con l'esercito turco, secondo le alleanze ancora valide tra Germania e Impero Ottomano (e oggi con la Turchia) e si possono considerare come prova generale “ante litteram” delle più note marce ai danni di centinaia di migliaia che furono massacrate dalla milizia curda e dall'esercito turco. Le fotografie di Armin T. Wegner sono la testimonianza di quei fatti, deportati ebrei durante la seconda guerra mondiale. Charles Aznavour, nome d'arte di Chahnourh Varinag Aznavourian; (Parigi, 22 maggio 1924, vivente), è un cantautore, attore e diplomatico francese di origine armena. Noto con il soprannome di Charles Aznavoice. Insignito della Legion d'Onore per il lustro dato alla Francia, è ambasciatore dell'Armenia in Svizzera dal 12 febbraio 2009. Canta in sette lingue e ha venduto oltre 300 milioni di dischi nel mondo.

Cippo per le  Vittime Civili di Guerra, nella zona Paradiso di Marina di Carrara. Raduno dei partecipanti presso l'area giardino fra Viale Vespucci e Viale Colombo - lato Hotel Tenda Rossa e Capolinea dell’Autobus ATN.  Inaugurazione Cippo dedicato alle Vittime Civili di Guerra e  intitolazione dell'area giardino Largo Vittime Civili di Guerra. Nel 70 anniversario, il 25 gennaio 2014, ore 10:00, è intervenuto il Presidente provinciale dell'Associazione Nazione Vittime Civili di Guerra, Cav. Uff. Elio Bernabò, con il Sindaco di Carrara, Angelo Zubbani e col saluto del Presidente regionale dell'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, Cav. Aldo Ierardi.
L’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, che ha la rappresentanza e la tutela dei Mutilati e Invalidi Civili di Guerra e dei congiunti dei Caduti Civili di Guerra, ha deciso di donare alla città il Cippo commemorativo in marmo bianco, il quale riporta la seguente dedica :
“A  PERENNE  RICORDO
DI  TUTTE  LE  VITTIME
CIVILI  DI  GUERRA
AFFINCHE’ COLTIVANDO
LA  MEMORIA  NASCA
LA CULTURA  DELLA  PACE”

Sormontato dallo Stemma dell’
Ass. Naz. Vittime Civili di Guerra – Sez. Provinciale MASSA CARRARA
1943 – 2013

Il Sindaco Zubbani ha ricordato anche le “donne del 7 luglio”, «un processo storico nel quale anche le donne hanno avuto un ruolo fondamentale», i tanti caduti civili a Carrara che hanno condiviso la sorte con chi era al fronte. Ha elogiato l’impegno di chi combatte «una battaglia senza armi, che è la battaglia più bella». Alle associazioni delle vittime civili ha detto: «Siete un punto di riferimento importante, avete una funzione di testimonianza da trasmettere ai giovani».
Nel Largo stesso c’è un Monumento (?), e non si capisce cosa ci faccia  in quel posto, senza dedica e senza riferimenti d’autore, ma imbrattato di scritte e ghirigori deturpanti ed incivili che vorremmo, anzi,  sia un ricordo a  tutte le Vittime Civili di Guerra.  Si tratta di sette blocchi di marmo grigiastro con striature grigie scure, di cui cinque incastrati nei due blocchi i più grandi. L’enorme quadrangolo con lunghezza totale di ca. quattro metri ed altezza ca. tre, forma rettangolare,  poggia su pilastro di cemento dell’area della base.

La piazza principale, dedicata alla Medaglia d’Oro al valor Militare, ed alla memoria di Gino Menconi, (Avenza, 13 maggio 1899 – Bosco di Corniglio, 17 ottobre 1944), rivoluzionario antifascista col nome di “Renzi”,  laureato in economia e commercio, subì una morte cruenta : ferito già mortalmente, decidono di dargli la morte più orribile, incendiando il pagliericcio del letto, dopo avervi gettato  benzina da parte di tre iene feroci, certo Repossi che fungeva da interprete, Carbognani il secondo, il terzo certo Benedetti, milite toscano il più fanatico dei tre, corporatura enorme, ridicolo nella sua uniforme fascista con i pantaloni corti. Versione confermata da don Giuseppe Rosini, già parroco di San Ceccardo a Carrara, partigiano e sacerdote molto conosciuto nel carrarese, che era intervenuto alla riunione di Bosco insieme al tenente Francesco Martinelli il 14 ottobre 1944, e riproduce un articolo pubblicato sul ventennale della tragedia: “Per la verità tengo a precisare che i tedeschi curarono le gravi ferite riportate da Gino Menconi, furono i repubblichini che dopo avergli tolto le scarpe ed un anello dal dito, bruciarono il suo corpo che era adagiato sopra una brandina posta in una stanza dell’albergo Ghilardini”.
La piazza, a causa dell'incuria, dell'inefficiente e sgradevole manutenzione si è degradata e abbrutita di anno in anno, mostra chiaramente le sue condizioni a dir poco pietose: sconnessioni e rotture di cordoli, pessime riparazioni della pavimentazione eseguite  addirittura con cemento utilizzato come tappabuchi, mosaici semidistrutti, ecc. Non possiamo di certo pensare che manchi il materiale idoneo per ripristinarla. Era stata  realizzata dagli alunni della Scuola del Marmo di Carrara, Ente Scuola Edile di Massa Carrara, con inaugurazione del Sindaco Lucio Segnanini (1998-2002).  Nel ventennio del ‘900  piazza Vittorio Emanuele II, è stata rifatta nel periodo 2000-2002 dal Comune di Carrara, su progetto dell’architetto Attilio Ghirlanda, con  piastrelle  bicolore (bianco venato e una breccia grigio scuro-biancastra, in diverse misure (quadrate e rettangolari), in composizione geometrica, con nei due lati più grandi applicate colonnine e colonne in massiccio marmo bianco Carrara (di due altezze, un metro e altre di 71 cm., a chiusura intromissioni automobilistiche e sul  lato viale XX Settembre arrivano sino alla Canonica). Sul piazzale,  disegni in mosaico colorato, illustranti i venti  (tramontana, greco, levante, scirocco, austro, libeccio, ponente, maestro).  In questo periodo, nel 2014, restano soltanto due cerchi di mosaici: quello con l’elenco dei venti e quello che si riferisce al maestrale: gli altri, con molte parti della pavimentazione, sono ammalorati e guastati,  probabilmente per una pessima realizzazione edile,  (infatti alcune zone sono state risanate riempiendo di calcestruzzo gli avvallamenti, senza sostituire le piastrelle). Anche le palme, ai due lati più grandi, sono state infelicemente piantate per risparmiare sulla manutenzione (a tali piante basta togliere i rami secchi e cadenti), ma una piacevole ombra è assente per coloro che si siedono sulle panchine in cerca di riposo e di un po’ di frescura nelle giornate assolate,  anche se le palme sono intervallate da ancor piccoli Oleandri.  Le palme sono state impiantate anche tra il Paradiso e  la Fossa Maestra,  con tiranti nei lati (probabilmente provvisori, per preservarle dai venti marini), tési ed applicati  a  massi  di marmo.
In passato, fra il 1915 ed il 1955, è esistita una linea tranviaria di collegamento con Carrara, Avenza, Marina (poi Paradiso), realizzata sul viale XX Settembre, sostituita poi da una linea filoviaria prolungata verso Marinella di Sarzana, che fu a sua volta soppressa nel 1985. Oggi esistono soltanto linee di autobus, con transito da Stazione F.S.
Esiste la cosiddetta Casa del Vescovo, a Marina di Carrara, viale XX Settembre al nr. 383, con sopra il balcone un bassorilievo di San Remigio (protettore e Duomo di Fosdinovo), con fondo ovale, in marmo statuario. Devo ammettere che non ho trovato alcun riscontro a questa affermazione di marinelli: se pensiamo che a Carrara, come dichiara Carlo Lazzoni nel suo”Carrara e le sue Ville” (Ville sta per paesi circostanti), a pag.20 : in questa città vi risiedono il Console degli Stati Uniti d’America, in via Cavour, e dei vice consoli di Spagna, in via Garibaldi (ora via 7 Luglio), e della Repubblica Argentina nel corso Vittorio Emanuele (ora via Rosselli). Con queste autorità avrebbe potuto esserci a Marina di Carrara la casa di una curia vescovile, quale Vescovo diocesano,  preposto al governo di una diocesi, oppure di un Vescovo titolare investito di un titolo episcopale, senza giurisdizione.


Di Marco DEVOTI, del 1991, per la Società Pugilistica E.BERTOLA Panathlon Club di Carrara e Massa, al Centro Sportivo Polivalente quasi al termine di via Bassagrande (di fianco alla Fiera, parcheggio e ingressi da via Maestri del Marmo) e numerose sculture provenienti da varie edizioni dei Simposi, molti altre sparsi per Marina.
Grande centro per le attività sportive, ma poco frequentato e con scarsa manutenzione.
Le coppe fino al 1949 erano nel laboratorio della Scuola del Marmo, la bozza della coppa più grande, sarebbe poi stata rifinita dallo scultore Telara. Sulla proprietà delle "opere "ci risultano pareri contrastanti.
1 In realtà questi vasi che un tempo erano due e identici per dimensioni e fattezze appartenenvano realmente all'accademia. Si trovavano infatti sotto lo scalone della Vittoria, all'ingresso principale e rimasero in quella collocazione fino agli anni 60 quando venne deciso di metterli nel giardino esterno.
2 Il fatto che fossero esposti nell'aiuola dell'Accademia non ne dimostra la proprietà, non è noto se l'Accademia li ha comprati o li ha ricevuti in donazione. Da oltre mezzo secolo la loro ubicazione è i giardini dove ha sede il Comune di Marina di Carrara ( Viale XX Settembre angolo via Genova e uno sul viale Cristoforo Colombo )

Galleria fotografica MARINA E I SUOI MONUMENTI

Edicole sacre nel territorio apuano

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